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Tre libri per superare l’estate

“A caccia di conigli” di Mario Levrero, “La circolazione del sangue” di Tiziano Sclavi, “Una storia vera” di Luciano di Samosata

L’inizio dell’estate è una fase di grande entusiasmo in cui molti, immaginando un infinito tempo di riposo e svago, consigliano libri da leggere. Poi spesso il riposo è un dolce far nulla, lo svago è la ricerca del divertimento perduto e quindi le letture naufragano con i migliori propositi. Ma non è mai tempo per il senso di colpa. Meglio correre ai ripari, pensando ai libri da leggere con l’arrivo dell’autunno, con la ripartenza di attività, faccende, lavori, beghe e distrazioni. Riparte il quotidiano e in questo quotidiano si può trovare il modo di infilare il piacere di leggere.
Ecco quindi tre libri consigliati per un buon cambio di stagione.

A caccia di conigli (Mario Levrero)

Mario Levrero
A caccia di conigli
Pièdimosca Edizioni 2024

Un assortito gruppo di persone, in un castello circondato dal bosco, dà la caccia ai conigli. Ma forse non ci sono conigli. O forse non esistono le persone. La soluzione forse è spostare il bosco nel castello. Ma probabilmente i conigli non esistono. Mario Levrero si diverte a far convivere ipotesi, incoerenze e incongruenze in questo divertente libretto pubblicato da Pièdimosca edizioni, in cui una serie di brevi capitoli disegnano il mosaico di una fantomatica caccia ai conigli. Tra le pieghe di un’apparente leggerezza si nasconde un profondissimo divertimento, amaro e indiziario.

LXIII
Il coniglio con tendenze paranoidi è convinto di essere inseguito da una folla di cacciatori che vogliono fargli del male; è introverso e diffidente, e passa la vita immaginando di essere vittima di complesse macchinazioni e di trappole spaventose. Nella fase acuta del delirio, i suoi movimenti sono impacciati e privi di coordinazione, e perde qualsiasi capacità di raziocinio. Per il cacciatore, è questo il momento più adatto per acchiapparlo facilmente.

La circolazione del sangue (Tiziano Sclavi)

Tiziano Sclavi
La circolazione del sangue
Camunia 1995

Il protagonista muore. Sembra la fine, invece è l’inizio di questo romanzo di Tiziano Sclavi in cui un morto indaga sul proprio omicidio. L’indagine è l’occasione per ripercorrere in una specie di diario-pastiche le sue molte vite, i sogni, i pensieri, le pulsioni, le relazioni, mescolando racconti e ricordi. Il racconto è labirintico e metaletterario, costruito con violenza, orrore, disperazione e un tono spesso ironico che non stempera il lirismo. Sclavi è vertiginoso, corre su scale a chiocciola molto ripide che si avvitano nella mente, ma è sempre il caso di seguirlo senza indugio.

Sabato, 5 giugno 1982
Sono stato, in vita, uno psicotico. Ho fatto cose strane di cui mi vergogno, e cose normali di cui mi vergogno ancora di più. D’ora in avanti, come si dice, metterò la testa a posto. D’altronde sono giovane, ho tanto tempo, ho tutta la morte davanti a me.

Una storia vera (Luciano di Samosata)

Luciano di Samosata
Una storia vera
Adelphi 2018

Anche Luciano di Samosata, nel II secolo dopo Cristo, sapeva che il pubblico cerca la verità. Così intitola “storia vera” il resoconto del viaggio fantastico che compie navigando oltre le Colonne d’Ercole, dichiarando però subito che in realtà è una storia falsa. E forse ce ne saremmo accorti. C’è di tutto: mostri marini, mari di latte e isole di formaggio, fiumi di vino, lanterne animate e il primo viaggio sulla Luna, in guerra con il Sole. Un libro sorprendente e inaspettato, che influenza tanta letteratura fantastica del futuro e sembra animato da un’inventiva inesauribile.

All’ottavo giorno, mentre veleggiavamo non più nel latte, ma ormai in un’acqua salata e azzurrissima, vediamo correre sulla superficie del mare una folla di uomini in tutto e per tutto identici a noi, nella conformazione fisica e nella statura, salvo che nei piedi: li avevano di sughero, e proprio per questo, suppongo, erano chiamati Sugheròpodi. Constatammo strabiliati che non andavano a fondo, ma rimanevano a galla sulla cresta delle onde e camminavano tranquillamente; alcuni ci vennero anche incontro, salutandoci in greco; ci raccontarono ch’erano in cammino, e piuttosto di fretta, alla volta di Sugherónia, la loro patria.

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