Io conto cadaveri, per lavoro li conto e li disegno.
Nessuno mi controlla.
È un buon lavoro.
Entro in città, percorro le strade, scrivo, disegno, prendo nota.
Poi esco dalla Città ed aspetto, con calma, che tutto cambi durante la notte.
Mi siedo su un sasso, spalle alle luci e faccio colazione con pane e pomodori, li adoro.
Qualcuno mi ha parlato del filo sottile, della linea di confine, del punto estremo,
della paura, ma non è questo che mi rende felice, non più.
Devono essere solo e soltanto i pomodori.
La mattina, molto presto, entro di nuovo in Città, conto e disegno i cadaveri e annoto eventuali spostamenti notturni.
tratto da: Giulio Perri – I racconti in equilibrio soffrono di vertigini ma sopportano
Rudis Edizioni, 2015
illustrazione: Midjourney