Il classico, vecchio motto delle scuole di scrittura creativa era «parlate di ciò che conoscete». Niente male, ma se vi andasse di dilungarvi su astronavi all’esplorazione di lontani pianeti o su un uomo che ammazza la moglie e poi cerca di sbarazzarsi del cadavere ficcandolo in una truciolatrice? Come può un autore cavarsela in queste situazioni o sfruttare mille altre idee fantasiose, se la regola impone di limitarsi a quello che si sa?
Forse è meglio interpretarla in senso lato e non alla lettera. Se fate gli idraulici, siete esperti nel vostro campo, ma la vostra conoscenza non si ferma qui. Grazie al cielo, alcune questioni dipendono più dal cuore e dall’immaginazione. Se non fosse così, il mondo della narrativa sarebbe molto triste. Magari non esisterebbe nemmeno. […]
Non appena vi allontanate dalla regola del «parlate di ciò che conoscete», la ricerca è inevitabile e può arricchire di molto la vostra vicenda. Ricordate però che siete voi a tenere il coltello dalla parte del manico e che state scrivendo un romanzo, non una tesi di laurea. La storia ha sempre la precedenza.
Tratto da Stephen King – On writing
Sperling & Kupfer 2017, traduttore: Giovanni Arduino
illustrazione: Dall-E